Una mattinata al telefono

Questa mattina ho fatto un bel giro di telefonate.

Ho cominciato dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, chiamando il centralino poiché il call center è raggiungibile solo da telefoni fissi italiani.

La telefonata non è stata molto piacevole: la mia interlocutrice sembrava piuttosto infastidita. Anche le informazioni ottenute non mi sono di alcuna utilità: non ci sono ancora disposizioni, non si sa quando ci saranno ma sarà per tempo, non dipende da noi. Bene, e se io dovessi tornare in Italia per votare e non ci fosse più posto sull’aereo? A detta della mia interlocutrice, mi sto preoccupando troppo presto.

La lettera ricevuta pochi minuti fa dalla mia organizzazione d’invio conferma la situazione e aggiunge un dettaglio importante: è il singolo volontario che si deve informare presso gli uffici consolari dello Stato dove presta il servizio. Pubblico un estratto (naturalmente con il permesso dell’autrice):

L’UNSC non ha ancora sortito alcuna circolare, nè alcuna comunicazione scritta agli enti relativa alla procedura che sarà adottata per le prossime elezioni del 9 aprile.

Dalle mie conversazioni telefoniche con l’UNSC, l’orientamento per i volontari all’estero è il seguente: verificare la possibilità di praticare il voto direttamente all’estero (ciò implica capire esattamente tramite i consolati italiani nei vostri paesi ospitanti se esiste la possibilità ed informare l’UNSC, tramite noi, nel caso siano necessarie lettere, attestazioni, o semplicemente contatti diretti con i consolati) oppure, qualora non fosse possibile, far organizzare agli enti un rientro dei volontari in Italia sterttamente per il periodo delle elezioni.

Subito dopo l’UNSC è venuto il turno dell’ambasciata italiana a Vilnius. Dopo un’attesa di pochi secondi il centralino mi ha passato un uomo molto gentile che richiamerà nei prossimi giorni per darmi informazioni più precise. Intanto ha confermato un mio sospetto, ovvero che l’ambasciata non è ancora stata contattata né dall’UNSC né da altri enti riguardo alla situazione del volontari all’estero. Inoltre mi ha informato che per poter votare in Lituania avrei dovuto iscrivermi all’AIRE entro il 31 dicembre 2005. Spero che quando richiamerà avrà per me notizie migliori.

In seguito ho seguito il suggerimento di Paolo Fraticelli (tra i commenti al primo post) e ho chiamato l’ufficio elettorale del Comune di Udine.

Una donna gentilissima di nome Barbara mi ha informato delle nuove disposizioni contenute nel TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 3 gennaio 2006, n.1 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.23 del 28 gennaio 2006. L’Art. 3-sexies tratta del “Voto dei cittadini temporaneamente all’estero per motivi di servizio o missioni internazionali”. Richiamerò fra dieci giorni per avere informazioni più dettagliate sul mio caso.

Sono felice che gli sforzi miei e di altri comincino a dare risultati. Resto tuttavia perplesso per la mancanza di un’informazione chiara e per il lavoro che questa mancanza porta sulle spalle di individui e istituzioni.

Tutto questo mentre gli amici mi chiedono “scusa, ma perché non vuoi votare per posta come fanno tutti?

Sarà perché sono pigro…

Tomaso

28 February 2006 at 14:39 1 comment

Quando tutto era diverso

Ringrazio Giampaolo per avermi spedito delle considerazioni che pubblico con piacere. E’ particolarmente interessante per me notare quanto piccoli cambiamenti nel tempo possano accumularsi fino a capovolgere le situazioni!

Invito chi lo voglia a commentare l’articolo o a spedirmene uno proprio all’indirizzo email del blog: dirittodivoto@gmail.com.

Tomaso

Da molto tempo ormai mi trovo a lamentare, in varie occasioni, la scomparsa del termine che tu hai usato “DIRITTO-DOVERE di voto”.

Nella sostanza non cambia gran che: abbiamo difficoltà ad espletare il nostro voto, e temo che sempre di più ne incontreremo.

Però due semplici e lineari considerazioni mi preme farle.
La prima è che se il voto è un nostro diritto nei confronti dello Stato, lo Stato deve riconoscercelo sempre, e così riconoscerlo a voi alle stesse condizioni di chi è presente sul territorio nazionale, a meno che non voglia risultare non democratico.
La seconda è più grave: essendo il voto un nostro dovere nei confronti dello Stato, lo Stato che non lo esige di fatto acconsente all’equivalente di un’evasione. Voglio dire che come è nostro dovere pagare le tasse, e lo Stato si tutela attraverso un intero esercito di Finanzieri, Carabinieri, Doganieri e quant’altro per accertarsi di incamerare il denaro, così dovrebbe fare per accertarsi che noi espletiamo il nostro dovere di voto.

Peraltro non mi risulta sia da molto che lo Stato tenda quasi a “temere” il voto.

Io ho 54 anni e ricordo che quando inziai a votare (a 21 anni perché noi eravamo molto meno intelligenti di voi giovani d’oggi che siete già maggiorenni, responsabili e autonomi a 18 anni) vigevano serie pene nei confronti di chi non espletava il suo DOVERE di voto, arrivando addirittura fino a negare il passaporto a chi non avesse votato qer quattro volte (se ricordo bene), contando tutto, dalle amministrative alle politiche ai referendum e sa solo Dio cos’altro.

E ricordo che per gli Italiani all’estero vigevano tariffe ferroviarie e navali particolarissime, a prezzi quasi insignificanti, tanto che gli emigranti che non avevano fatto fortuna ma sbarcavano alla meno peggio il lunario, pregavano Dio che cadesse l’ennesimo governo e il capo dello stato di turno indicesse nuove elezioni, perché così si sarebbero potuti permettere di tornare a casa a salutare vecchi e parenti a tariffe accettabili. E il datore di lavoro non poteva rifiutare il permesso, proprio perché il dipendente esercitava oltre che un suo diritto pure un suo dovere, regolamentato anche dagli accordi internazionali.

Pare incredibile come tanti non si siano accorti di quanto siamo stati derubati, e veniamo derubati di continuo.

Che sia iniziato più o meno quando qualcuno (che portava vistosi occhiali con la montatura rossa e nell’italianissimo cognome evidenziava una stranissima “x”) invitò gli Italiani a seguire il suo esempio andando al mare anziché ai seggi in occasione di una tornata referendaria che, tra l’altro, riguardava caccia, finanziamento ai partiti e pubblicità in televisione? Sì, quello che al mare c’è andato in Tunisia dopo aver comprato con le nostre tasse mezza Hammamet!

Non ho mai votato né quello con la x di Hammamet né quello con le televisioni, ma comunque alle volte mi vergogno ancora per il fatto di essere nato in Italia e di avere il passaporto italiano.

Fortuna che almeno il mio cognome è armeno. Che fregatura e che vergogna se mi chiamassi Nero Benito… potrei salvarmi un po’ la faccia sposando una Culetto Rosa?

Ti auguro di farcela con la Presidenza del Consiglio dei Ministri delle televisioni e delle grandi opere, che ti concedano di votare il Lituania o quantomeno di rientrare in Italia a spese di tutti noi.

Se anche rientraste a spese della comunità tutti voi che per volontariato, per lavoro e per studio siete all’estero, ci costereste come una delle tante giterelle che i nostri sedicenti “rappresentanti” si fanno in giro per il mondo solo per poter raccontare a chi non conosce l’inglese che “con Bush e Blair ci diamo del tu”. E pensare che quei cretini che parlano inglese danno del “you”, dunque del voi, anche alla mamma e al papà!

Mah. Forse è meglio che mi fermi qui!

Tanti auguri a tutti per il diritto di voto, ma anche per il diritto e basta e per il dovere

GiPiBi

28 February 2006 at 10:43 Leave a comment

Apre il blog!

Un benvenuto a tutte e a tutti!

Apro questo blog per dare voce a quanti, come me, si trovano temporaneamente all’estero e pur essendo italiani vedono di fatto negata o fortemente ostacolata la possibilità di esercitare il proprio diritto-dovere al voto.

Comincerò raccontandovi la mia storia.

Mi chiamo Tomaso e sono un volontario del Servizio Civile Nazionale all’estero. Presto servizio in Lituania presso un’organizzazione non governativa impegnata nel settore del volontariato internazionale e delle attività interculturali. Ho un regolare contratto stipulato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le mie tasse vanno al Tesoro italiano. Sono quindi, a tutti gli effetti, un dipendente dello Stato italiano.

Per poter votare nell’ambasciata italiana a Vilnius dovrei essere iscritto all’AIRE (Associazione Italiana Residenti all’Estero). Ma ciò è impossibile! L’iscrizione, infatti, è possibile solo essendo in possesso di un permesso di soggiorno permanente.

Interpellato dalla mia associazione d’invio l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile non ha ancora proposto alcuna soluzione.

Tutto ciò a poco più di un mese dalle prossime elezioni.

In sostanza sembra che l’unico modo in cui un volontario del Servizio Civile all’estero possa votare sia prendere ferie e pagarsi un viaggio di andata e ritorno.

Ma la situazione è comune a molti: basta leggere le lettere pubblicate sul blog di Beppe Grillo e i relativi commenti per rendersene conto.

Pubblicherò volentieri i contributi di quanti vorranno raccontare la loro storia o dire la propria opinione scrivendo all’indirizzo email del blog: dirittodivoto@gmail.com.

Non ho intenzione di moderare i commenti agli articoli: vorrei infatti che questo rimanesse uno spazio di libera espressione regolato dal buon senso e dal rispetto reciproco, anche nel caso di discussioni particolarmente accese!

Tomaso

25 February 2006 at 17:27 6 comments

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